Promessi Sposi

Autore: 
Alessandro Manzoni

Titolo: 
Promessi Sposi

Anno della prima pubblicazione: 
1827

Casa editrice, luogo, anno dell’esemplare che si è letto: 
Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2010

Trama:
La vicenda si svolge in Lombardia nei pressi del lago di Como, tra il 1628 e il 1630. Siamo in un territorio soggetto alla dominazione spagnola. 
Don Abbondio, il curato, di ritorno dalla passeggiata quotidiana, viene fermato dai bravi di don Rodrigo, il signorotto della zona. Gli viene ordinato di non celebrare il matrimonio programmato per il giorno dopo fra Lucia Mondella e Lorenzo Tramaglino.
Impaurito, don Abbondio fa ritorno a casa e si confida con Perpetua, la donna che si occupa di lui e della sua casa, intimandole di mantenere il segreto. 
Intanto il curato cerca di prendere tempo con Renzo, parlandogli di improbabili impedimenti e utilizzando per confonderlo persino il latino. Ma Perpetua  informa Renzo dell'impedimento causato da don Rodrigo. Renzo si reca a casa di Agnese e Lucia. In preda alla collera, il giovane viene consigliato da Agnese di consultare un avvocato, Azzecca-garbugli, che però, sentito pronunciare il nome di don Rodrigo, si ritrae.
Fallito il tentativo di Renzo, Agnese e la figlia decidono di rivolgersi a padre Cristoforo.Padre Cristoforo lascia il convento di Pescarenico per incontrate le due donne.
Padre Cristoforo decide di recarsi personalmente da don Rodrigo. Padre Cristoforo, giunto con umiltà e in buona fede, di fronte all'arroganza di don Rodrigo, lo minaccerà.
Agnese architetta uno stratagemma: celebrare il matrimonio di sorpresa. Le notizie portate da fra Cristoforo inducono Renzo e Lucia, aiutati dai testimoni Tonio e Gervaso, a mettere in atto il piano. Renzo e Lucia arrivano di soppiatto da Don Abbondio, ma la sorpresa fallisce: don Abbondio riesce, nel trambusto a evitare la trappola e il sagrestano suona le campane segnalando il pericolo.
Il matrimonio fallito ha permesso a Lucia di scampare a un  pericoloso tranello. Infatti quella sera i Bravi erano stati incaricati dal loro padrone di rapirla. 

I due giovani si vedono costretti a fuggire e decidono di dividere le loro strade. Mentre Lucia trova protezione presso un convento in cui incontra la monaca di Monza Gertrude, Renzo giunge a Milano dove si fa coinvolgere nelle rivolte causate dalla scarsità del pane; a stento riesce a sfuggire alla polizia che lo crede un sobillatore dei disordini e trova ospitalità presso il cugino bergamasco che, sotto falso nome, Antonio Rivolta, gli offre anche un lavoro. 
Nel frattempo Lucia viene rapita dal convento con la complicità di Geltrude viene portata in un castello. In questa occasione Lucia fa un voto di castità alla Madonna. Il castello è di proprietà dell'Innominato, un potente malfattore a cui don Rodrigo chiede aiuto; l'incontro con Lucia lo porta a provare rimorso per tutti i delitti e le violenze commesse in passato: si converte e fa il proposito di vivere onestamente gli ultimi anni della sua vita. La ragazza, liberata, trova ospitalità presso una nobile famiglia milanese.

Intanto scoppia la guerra. A Milano, i disordini portano la città nel caos e nella carestia. Don Abbondio, spaventato dall'imminente arrivo dei lanzichenecchi, si rifugia insieme ad Agnese e Perpetua nel castello dell'Innominato, convertitosi alla fede.

Scoppia la peste che non lascia scampo, nel lazzaretto muore don Rodrigo, abbandonato anche dal Griso, il suo bravo più fidato. Lucia, ammalatasi, guarisce. Renzo, di ritorno a Milano, viene scambiato per un untore. Si salva dalla cattura, salendo su un carro di monatti.
Una pioggia provvidenziale risana la città. 
Infine i due promessi si incontrano nel lazzaretto di Milano, dove Renzo era andato alla ricerca di Lucia. Con l'aiuto di fra Cristoforo superano lo scoglio rappresentato dal voto di Lucia, tornano al loro paese dove don Abbondio celebra le nozze e si trasferiscono infine nel bergamasco. Qui Renzo acquista con il cugino una piccola azienda tessile e Lucia, aiutata dalla madre, si occupa dei figli. Hanno una prima figlia che chiamano Maria, come segno di gratitudine alla Madonna, e poi ne arriveranno altri.

Personaggi principali e personaggi che ti hanno colpito maggiormente:
Don Abbondio 
Don Abbondio è uno dei personaggi principali dei Promessi Sposi. 
A quanto ci viene riferito dal romanzo possiamo descriverlo così :
“Don Abbondio ha una faccia bruna e rugosa, un folto pizzo, due baffi, due sopracigli, due folte ciocche di cappelli e due occhi grigi.”
Non ci viene detta la sua età. Sappiamo che Don Abbondio è un ecclesiastico molto codardo diventato curato di un paesino sul lago di Como non per vocazione ma per convenienza. Va spesso in giro insieme al suo breviario. Vive insieme a una donna, Perpetua, che si occupa di lui.
E’ un personaggio che diventa aiutante dell’antagonista (Don Rodrigo) per paura di essere ucciso. E’ una persona viscida che per codardia non esegue il suo compito e cerca di sopravvivere facendo danno agli altri. E’ talmente codardo che pur di sopravvivere, si piega al volere del più forte.

Lucia Mondella 
Lucia Mondella è una dei due protagonisti dei Promessi Sposi. 
A quanto ci viene riferito dal romanzo possiamo descriverla così:
“Lucia Mondella è una ragazza di semplice bellezza. Una ragazza caratterizzata dalla modestia un po’ guerresca delle contadine. Lucia ha dei lunghi e neri sopracigli e da questo possiamo dedurre che anche i suoi cappelli sono neri.”
Non ci viene detta la sua età. Sappiamo che Lucia Mondella è una filatrice che vive in un paesino situato sul lago di Como e che vuole sposarsi con Lorenzo Tramaglino. L’intero romanzo si basa sul loro matrimonio che viene ostacolato dall’antagonista, Don Rodrigo. Vive insieme alla madre, Agnese. E’orfana di padre. E’ una persona simbolo di purezza e innocenza, ma può anche rivelarsi astuta come quando, vedendo l’Innominato commuoversi inizia a esaltare ancora di più le sue suppliche o come quando da a fra Galdino più noci affinché vada prima ad avvertire fra Cristoforo. 
E’ una persona molto rispettosa della legge in quanto timorata di Dio ma alcune volte si lascia coinvolgere da Lorenzo e Agnese nelle loro imprese poco legali.

Lorenzo Tramaglino
Lorenzo Tramaglino è il secondo protagonista dei Promessi Sposi.
Purtroppo l’autore non descrive le caratteristiche fisiche di Lorenzo ma possiamo descriverlo così:
“Lorenzo Tramaglino (conosciuto come Renzo) è un ragazzo che si veste in modo elegante: con piume colorate al cappello e un coltellino dal manico riccamente decorato nella tasca.”
Non ci viene detta la sua età. Sappiamo che Lorenzo Tramaglino è un filatore di seta che vive in un paesino sul Lago di Como e che vuole sposarsi con Lucia Mondella (le  complicazioni che sono sorte nella celebrazione del matrimonio sono riportate nella descrizione di Lucia). E’ rimasto orfano di genitori fin da adolescente. Possiede anche un piccolo poderetto.
E’ una persona ingenua e impulsiva, capace di cacciarsi facilmente nei guai. E’ una persona semplice, onesta e buona.

Don Rodrigo 
Don Rodrigo è l’antagonista dei protagonisti nei Promessi Sposi.
E’ uno dei pochi personaggi di cui l’autore non fa una vera e propria descrizione fisica. Possiamo solo dire questo:
“Don Rodrigo ha un viso da far morire in bocca a chi si dia una preghiera.”
Non ci viene detta la sua età.Sappaimo che Don Rodrgo e il signorotto della zona in cui vivono i nostri protagonisti, Renzo e Lucia. E’ colui che ostacola il matrimonio di Lucia e Renzo. Don Rodrigo è una persona malvagia che vive nel crimine. Rappresenta la prepotenza e la cattiveria. La sua forza non è reale ma è costituita dai Bravi, che nascondono la sua debolezza. 
Il palazzotto è appartenuto ad alcuni nobili quali conti Arrigoni, Salazar (di origine spagnola), marchesi Ferrario. Morirà di peste. 



Innominato
L’Innominato è l’aiutante dell’antagonista nei Promessi Sposi.
Ecco come possiamo descriverlo:
“L’Innominato era grande, bruno, calvo; bianchi i pochi capelli che gli rimanevano; rugosa la faccia: a prima vista, gli si sarebbe dato più de' sessant'anni che aveva; ma il contegno, le mosse, la durezza risentita de' lineamenti, il lampeggiar sinistro, ma vivo degli occhi, indicavano una forza di corpo e d'animo, che sarebbe stata straordinaria in un giovine.”
L’Innominato è una persona di cui non può essere menzionata l’identità però sappiamo che è un personaggio realmente esistito e che si chiamava Francesco Bernardino Visconti, personaggio storico del quale Manzoni è discendente da parte di madre, Giulia Beccaria. Quest'ultima infatti discendeva dalla famiglia Visconti, che aveva la propria dimora estiva presso Palazzo. Amava razziare nelle campagne cremasche della Repubblica di Venezia e poi si rifugiava nelle terre del Milanese.
Durante la notte in cui Lucia è prigioniera nel castello, la disperazione dell'Innominato giunge ad un punto critico, tanto da farlo pensare al suicidio, è in quella notte che decide di percorrere la via della misericordia e del perdono. La sua conversione giunge il giorno dopo quando arrivò nel suo paese il cardinale Federigo Borromeo. Dopo la conversione l'Innominato cambiò completamente e colse al volo l'occasione per far del bene in maniera proporzionata al male che fece cosicché venisse perdonato dal Signore.
Vorrei precisare che la figura dell’Innominato mi ha molto colpito, lo reputo uno dei miei personaggi preferiti.





Tematiche fondamentali: 
I Promessi Sposi affrontano la tematica dell’occupazione spagnola nella zona di Milano avvenuta nel diciassettesimo secolo.
Affronta il tema della persistenza dell’amore anche durante i momenti difficili. Parla di quanto possa essere forte l’amore tra due giovani anche quando esso viene ostacolato, non consentendo la loro unione religiosa.
Affronta anche l’argomento della presunta supremazia dei nobili, dei ricchi proprietari terrieri  e dei loro compari e di come loro agiscono per mano di altri, in questo caso i Bravi.
Rispecchia molto la vita dell’epoca descrivendo minuziosamente personaggi, luoghi, e stili di vita. E come ritornare indietro nel tempo nell’Italia del 1600.
Viene anche illustrato il potere e l’influenza degli ecclesiastici, di come loro vengono rispettati e di come loro hanno maggiori privilegi.
E’ un momento difficile per le persone dell’epoca. Devono affrontare malattie terribili come la peste causata dalle sporche città (portatori di peste sono anche i topi che all’epoca erano molto comuni nelle città). I malati di peste venivano rinchiusi in luoghi chiamati lazzaretti, dei posti lontani dalle altre persone spesso in compagni di ecclesiastici. 
L’autore, Alessandro Manzoni, si cimenta anche nelle sue riflessioni personali su svariati argomenti. 


Commento personale:
Secondo me questo libro è interessante (soprattutto per un appassionato come me degli anni che vanno dal 1500 al 1700). Mi piacciono molto le descrizioni dei luoghi, delle persone, del modo di vita e degli avvenimenti politici dell’epoca. Le storie dei personaggi ( quella passata ) le ho reputate abbastanza interessanti.
Non mi sono piaciute molto le parti in cui venivano riportate le riflessioni e gli stati d’animo dei personaggi perché, a mio parere, andavano scritti in modo breve. Manzoni li ha scritti molto lunghi cosicché duravano più di due pagine. 
Il linguaggio del libro è abbastanza antico e quindi la lettura non è facilitata ma non do’ la colpa all’autore poiché lui ha voluto riportare il modo di parlare dell’epoca.

Stile:
Lo stile dei Promessi Sposi è popolare: i personaggi parlano a loro modo. I vocaboli, l’ordine delle parole, variano da persona a persona. La loro lingua ad aspetti, in qualche modo, dialettali, cioè ha degli aspetti che varia da zona a zona, da classe sociale a classe sociale. Si può notare come le semplici persone del popolo parlano in modo diverso dai nobili che hanno un linguaggio più “giusto”. Gli ecclesiastici parlano in modo diverso, hanno modi di dire diversi, più “religiosi”.
I Bravi invece usano il loro linguaggio volgare e, spesso sbagliato, caratteristico dei criminali come loro.
Manzoni utilizza la sua conoscenza linguistica per dare “personalità” ai personaggi, caraterizzandoli ancora di più.
Nelle descrizioni di luoghi e personaggi Manzoni utilizza un linguaggio che, a mio parere, e della sua epoca. A noi può sembrare strano e difficile ma penso che per le persone della sua epoca sia stato facile comprendere senza problemi ciò che lui ha scritto. Non posso dire che il suo lessico non sia ricco di parole, non penso che si essenziale ma abbastanza ricco.